Natura e Paesaggio
L’insieme di pendii e pascoli sui cui sorge la frazione di San Domenico costituiscono la Val Cairasca: valle glaciale che deve il suo nome al torrente Cairasca.
Originato dalla confluenza di sei diversi corsi d’acqua che si alimentano da altrettanti ghiacciai, il Cairasca attraversa l’intero fondovalle e una volta superato l’abitato di
San Domenico inizia la sua discesa verso il paese di Varzo, dove confluisce nella Val Divedro.
La bellezza e l’importanza dei luoghi dal punto di vista naturalistico sono testimoniate dalla vicinanza del
Parco Naturale Veglia e Devero.
Flora
Dal punto di vista della flora, condizioni climatiche particolari
associate a diversi tipi di terreno rendono possibile la fioritura contemporanea
di più di 500 specie diverse: un vero e proprio giardino botanico alpino.
La fascia tra i 1’500 e 2’000 m è occupata da boschi di larici, mentre scendendo
d'altitudine, la presenza dell'abete rosso, dell'abete bianco e delle latifoglie
si fa sempre più cospicua.
Il tipico sottobosco è costituito da un tappeto di mirtilli e rododendri
particolarmente fitti sui versanti meno esposti al sole, dove la neve perdura
maggiormente, proteggendo le gemme dal gelo. Sui pendi più esposti trovano
invece spazio i ginepri nani, più resistenti a condizioni estreme.
Oltre i 2’000m, superato il limite del bosco, la vegetazione si fa sempre più
bassa e rada con praterie di graminacee e piperacee in grado si resistere a
escursioni termiche annuali che toccano gli 80°C.
Fauna
Dominatore incontrastato delle vette è il camoscio, osservabile in branchi più o
meno folti a seconda dell’anno sugli ampi terrazzi erbosi dei pendii ben
soleggiati in estate e al limite del bosco nella stagione fredda. Altrettanto
costante è ormai la presenza dei caprioli, che preferiscono tenersi nel folto
della vegetazione.
Di più recente comparsa sono invece i cervi, che hanno trovato nei boschi di San
Domenico e delle zone limitrofe un territorio ideale per la riproduzione e gli
stambecchi, reintrodotti con successo negli anni Settanta.
Particolarmente diffusa è la marmotta, sentinella pronta a fischiare ad ogni
minimo pericolo.
Altri mammiferi tipici della zone sono la lepre bianca, la volpe, l’ermellino,
il tasso, lo scoiattolo (quest'ultimi due sono generalmente più frequenti a
quote più basse). Tra i più piccoli e numerosi abitanti, seppure difficili da
vedere, vi sono toporagni e arvicole.
Tra i volatili, rara ma comunque presente è l’aquila reale.
Altri rapaci sono la poiana, l'astore, lo sparviero, il gheppio e tra i notturni
il gufo, la civetta capogrosso e la civetta nana.
Sempre tra gli uccelli ricordiamo trai più importanti la pernice bianca e
il gallo forcello, che, proprio all'interno del parco Naturale Veglia e Devero,
raggiungono una tra le densità più alte di tutto l'arco alpino.
Tra i rettili, cosa poco risaputa, svolgono un'importante funzione ecologica le
vipere, numerose eppure ben difficili da incontrare, dato il carattere schivo e
timoroso.